Introduzione
In data 25 marzo 2011 si costituiva il Consorzio Idroelettrico del Mulino di Gavardo con soci al 50% il Comune di Gavardo e al 50% l’allora Consorzio Medio Chiese. Dal 15/11/2012 diveniva operativo il comprensorio 7 del Consorzio di Bonifica Chiese, in conseguenza dello scioglimento dei preesistenti consorzi “Medio Chiese” e “Fra Mella e Chiese” in esso confluiti, secondo il disposto del D.P.G.R. 6 agosto 2012 n. 7172 per il riordino dei comprensori di bonifica e irrigazione nella Regione Lombardia. Il nuovo Consorzio subentrava così nel predetto assetto societario.
Tra gli obiettivi statutari del Consorzio il ripristino del salto idraulico sul canale di adduzione dell’antico mulino di Gavardo sul fiume Chiese, mediante utilizzo della travata esistente, per la realizzazione di una micro centrale idroelettrica, previo ottenimento di concessione idroelettrica a prelevare acqua dal fiume Chiese per una potenza di 94 KW che, la Provincia di Brescia con Determinazione Dirigenziale n. 5600, trascorsi tre anni e mezzo di istruttoria, rilasciava in data 18 settembre 2014. Solo dopo l’uscita del Decreto Ministeriale per l’incentivazione dell’energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili del 23 giugno 2016 i soci del Consorzio Idroelettrico, riscontrata la convenienza economica dell’intervento, decidevano di procedere con la realizzazione del nuovo impianto, deliberando, nel Consiglio di Amministrazione del 19/10/2016, l’affidamento “in house” all’ufficio tecnico del Consorzio Chiese, l’incarico relativo a:
- Ingegneria (progettazione definitiva ed esecutiva, direzione lavori e collaudo)
- Ruolo in capo al responsabile del procedimento
- Espletamento della procedura di appalto
- Attivazione e monitoraggio della procedura per l’accesso agli incentivi presso il GSE
Il Comune di Gavardo
Gavardo si trova all'imbocco della Valle Sabbia ad un'altitudine media di 199 m s.l.m. (il punto più basso nel territorio comunale si trova a 184 m s.l.m. e quello più alto a 877 m s.l.m.); il paese è prevalentemente collinare, con la presenza di alcuni monti che lo racchiudono a nord e a est, quali il Monte Budellone e il Colle di San Martino a sud ovest, i Tre Cornelli a ovest, il Monte Magno a nord e le colline di origine morenica che si estendono a est, verso Muscoline e il Benaco.
Il nodo idraulico costituente i manufatti in questione ricade interamente nel nucleo di antica formazione del Comune di Gavardo, ove risiede una popolazione di circa 12.000 abitanti suddivisi per il 67,3% del totale nel capoluogo, per il 13,9% nella località Sopraponte e per il 18,8% nella località Soprazocco.
Il comune è attraversato dal fiume Chiese, dal Naviglio Grande Bresciano, che nasce a nord del paese e che ha origine antichissima e dal torrente Vrenda, il quale scende da Vallio Terme e sfocia nel Chiese nella frazione di Sopraponte.
Il Fiume Chiese
Il fiume Chiese nasce dai ghiacciai dell’Adamello, ai confini della Valle Camonica e del Trentino, scende per la Valle di Daone formando i laghi artificiali di Bissina a quota 1791 m s.l.m., di Boazzo a quota 1225 m s.l.m. e di Ponte Morandin a quota 717 m s.l.m., percorre la Val Giudicaria inferiore, forma il Lago d’Idro a quota 370 m s.l.m., percorre la Val Sabbia e dopo circa 148 km. (dei quali 49 in territorio trentino, 83 in territorio bresciano e 16 in territorio mantovano) si getta nell’Oglio presso Canneto.
Nel tratto sopralacuale riceve le immissioni del Torrente Adanà, nel territorio del comune di Pieve di Bono, e del Torrente Caffaro, in comune di Bagolino, frazione Ponte Caffaro, prima dell’immissione nel lago d’Idro che avviene subito dopo aver attraversato il confine tra le province di Trento (Regione Trentino Alto Adige ) e Brescia (Regione Lombardia). Il Lago d’Idro ha una superficie di circa 11,5 km2 (misurati alla quota di 370 m s.l.m.), una lunghezza in linea d’aria di 9,750 km ed una larghezza massima di 1,9 km; lo sviluppo delle sponde è complessivamente di circa 24 km, e la massima profondità, riscontrabile 6 Km a monte dell’emissario, è di 120 m. Nel bacino imbrifero del Lago d’Idro si raggiungono quote assai elevate come il Monte Fumo (3441), il Crozon di Lares (3354) e il Carè Alto (3462); comprende riserve idriche quali ghiacciai e nevi perenni. L’altezza media ponderata del bacino sul livello del mare è di m 1480.
L’utilizzazione della risorsa idrica del bacino del fiume Chiese e del lago d’Idro è da sempre stata al centro di rilevanti interessi. Il lago d’Idro, per primo regolato, tra i grandi laghi italiani, fin dai primi anni del XX secolo, è stato oggetto di contese istruttorie, tra gli utilizzatori agricoli storici e le emergenti iniziative di produzione di energia elettrica, di contenzioso tra gli irrigatori mantovani e bresciani, risoltosi solo nel 1955, e per ultimo, negli anni sessanta, interessato dalla realizzazione delle imponenti opere di regimazione nel bacino dell’Alto Chiese con la costruzione delle dighe di malga Bissina e Boazzo. All’uscita dal Lago d’Idro, il Chiese, con uno sviluppo di 26 km circa, raggiunge Vobarno e qui successivamente Gavardo dove inizia il percorso in pianura fino a sfociare nel fiume Oglio in provincia di Mantova.
Il nodo idraulico di Gavardo
Il nodo idraulico di Gavardo, nella sua totalità, ricadente in territorio montano della Provincia di Brescia, si caratterizza per il suo dipanarsi lungo un tratto di 850 metri del fiume Chiese attraversando il centro storico comunale. A monte del centro del paese una briglia ad arco, con andamento orografico dalla sponda destra alla sponda sinistra, origina il canale di adduzione del mulino, ubicato poco più a valle in sinistra orografica ove un’altra briglia ad arco, contrapposta alla precedente, origina il canale Naviglio Grande Bresciano in destra orografica. Da qui il canale scavato nella roccia a destra e il fiume a sinistra scorrono paralleli attraversando il centro storico del paese che si è sviluppato in sintonia con essi, infatti da via Capoborgo a via Sormani le case si affacciano sull’acqua con finestre e balconi. Immediatamente a valle, all’altezza della Chiesa Parrocchiale, tra il fiume e il canale una fitta macchia boscata costituisce l’“isolo”: un piccolo parco, raggiungibile da via Quarena attraverso uno stretto ponte ad arco che, grazie ad una ricca vegetazione igrofila, costituisce una vera e propria oasi per gli uccelli acquatici proprio nel cuore del paese. A poca distanza vi è la casa di Ponte Arche: l’edificio è posto a cavallo delle acque ove avviene la regolazione delle stesse da canale a fiume mediante paratoie e sfioratore laterale sinistro, tali nacque da qui in poi si separano sempre più nettamente dando inizio al loro percorso di pianura.
Sul fiume Chiese a circa 350 m a monte dell’incile del Naviglio si trova il primo sbarramento costituito da una briglia arcuata disposta obliquamente rispetto all’andamento della corrente: la “Travata del Mulino”, anticamente realizzata con una palizzata infissa nel greto, a sostegno di una rudimentale gabbionata di pietrame, serviva per derivare in sponda sinistra orografica un piccolo canale della portata di 2 - 3 m3/s destinato in origine ad alimentare il mulino della Comunità di Gavardo.
Poco più a valle si trova l’edificio del Mulino di Gavardo. La vita di questo opificio è durata quasi cinque secoli: il primo documento che ne testimonia la presenza risale al 1528 mentre l’attività molitoria terminò verso i primi anni settanta del secolo scorso. Il complesso è costituito: da un edificio a pianta rettangolare leggermente arcuata che accoglieva la sala di macinazione soppalcata e due locali contigui un tempo adibiti ad abitazione del mugnaio, da un antistante porticato e da un piccolo parco adagiato sul greto del fiume. Elemento di interesse è l’articolato ed ingegnoso complesso per lo sfruttamento dell’energia idraulica: il canale di derivazione conduceva l’acqua in cinque canalizzazioni parallele separate (palmenti), formate da lastre di pietra locale legate tra loro da giunture in ferro, dalle quali l’acqua saltava sulle ruote a pale in legno, disposte a scalare, una dopo l’altra, su altrettanti piani verticali rientranti nel corpo dell’edificio. Ognuna di esse, trasmettendo attraverso l’albero il moto rotatorio, azionava cinque macinatoi posti nell’edificio. Due pesanti macine in pietra sovrapposte orizzontalmente producevano farina macinando, mediante una tramoggia, le granaglie che scendevano dal soppalco.
Dopo il restauro del fabbricato è oggi possibile osservare quel che resta dei macchinari: una macina quasi integra all’interno, mentre all’esterno, nel cortile, tacche e date segnate sul pilastro del cancello sono a testimonianza delle piene susseguitesi nel tempo, la più rovinosa delle quali nel 1966 sommerse quasi l’intero l’immobile.
Vi è poi un secondo sbarramento in corrispondenza dell’incile del canale Naviglio, detto “Travata di Sotto“ o del Naviglio Grande Bresciano, che permette tuttora la derivazione del canale medesimo. Trattasi, anche in questo caso, di una briglia arcuata disposta obliquamente rispetto all’andamento della corrente, già costituita da pali di castagno, infissi nel greto del fiume e posti a sostegno di una gabbionata in pietrame, finalizzata a derivare in sponda destra orografica il canale Naviglio Grande Bresciano. La travata che è oggi costituita da una briglia in pietrame e malta, con quota in sommità di 196,20 m s.l.m., convoglia parte delle acque del fiume Chiese nel tronco di canale Naviglio scavato nella roccia (lungo 480 m circa) con pendenza dello 0,3%, a monte del manufatto di regolazione.
Dalla casa di Ponte Arche, mediante una coppia di paratoie piane metalliche, con soglia di intercettazione a quota 193,30 m s.l.m., e sfioratore laterale posteriore in sinistra orografica del canale, con soglia sfiorante a quota 195,24 m s.l.m., si modula la portata derivata restituendo al fiume quella esuberante la propria competenza; infatti l’acqua del Chiese deve suddividersi per metà alle utenze del Naviglio e per metà, restando nel fiume, alle utenze di valle di Lonato, Calcinato e Montichiari. Successivamente alcuni chilometri a valle in territorio di Bedizzole, l’acqua viene derivata per alimentare le cosiddette tre rogge inferiori ovvero la Roggia Lonata, Calcinata e Montichiara. Subito a monte della casa e dello sfioratore si trova un ulteriore lungo sfioratore in lastre di pietra sempre in sinistra orografica con manufatto sghiaiatore munito anch’esso di paratoie metalliche; nei periodi di magra percorrendolo è possibile accedere all’ isolo anche dalla casa.